Dopo quanto messo in luce dall’emergenza Covid 19, il lavoro sociale va reinventato. C’è il rischio che nella “ripresa” si deleghi ai codici forti (militari, medici, economici, tecnologici) col sociale relegato  (come spesso è avvenuto) a raccogliere i cocci prodotti dagli altri. Invece la situazione va sfruttata per far saltare alcune resistenze e alcuni rituali per arrivare a scommettere sull’intelligenza collettiva della gente comune, dando vere chance agli innovatori e  più permeabilità per il lavoro di comunità. Docente: Gino Mazzoli, esperto di welfare e processi partecipativi, docente presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

ORGANIZZATORE:  CeSVoP Palermo

Data: 08/07/2020, ore 17.00

Iscrizioni: inviare un’email con i propri dati (nome, cognome, CF, residenza, contatto telefonico)  a piattaforma@csvfvg.it

Luogo: online

ISCRIVITI: scrivi a piattaforma@csvfvg.it

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Percorso formativo online: il Covid consente di vedere una scena che prima era occultata dalla grande corsa in cui eravamo inseriti. Non era una bella scena. Ma perlomeno quelli che prima erano accusati di buonismo, oggi possono, se ne sono in grado, argomentare meglio le loro posizioni rispetto alla salvaguardia dello specifico umano e dell’ambiente. Paradossalmente stando fermi si sono realizzati apprendimenti per accelerazione. Più che un “dopo”, un  “ritorno al prima”, siamo chiamati a vivere un lungo “durante”, già iniziato. Prepariamoci  a una ripresa graduale con molte nuove  complicazioni. In questo quadro il  lavoro sociale va reinventato. Certo c’è il rischio che nella “ripresa” ci sia una delega ai codici forti (militari, medici, economici, tecnologici) col sociale relegato  (come spesso è avvenuto) a raccogliere i cocci prodotti dagli altri. Ma c’è anche la possibilità che saltino alcune resistenze e alcuni rituali  gerarchico-baronali e che istituzioni, cooperative, università e fondazioni  scommettano su ciò intorno a cui pochi hanno avuto il coraggio di investire in questi decenni: l’intelligenza collettiva della gente comune. Ci potrebbero essere  più chance per gli innovatori e  più permeabilità per il lavoro di comunità. Si  apre così una nuova importante prospettiva per il lavoro sociale. Docente: Gino Mazzoli, esperto di welfare e processi partecipativi, docente presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

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